Serata Petit
Il Teatro alla Scala prima della pausa estiva regala al suo pubblico la » Serata Petit « . Due balletti in programma : Le Jeune Homme e la Mort e Pink Floyd Ballet.
Le Jeune Homme e la Mort é un balletto rappresentato per la prima volta nel 1946. Diciassette minuti intensi che raccontano la storia di un giovane pittore che sceglie il suicidio dopo essere stato lasciato dalla sua amante. La musica di Bach, la Passacaille, con gli arrangiamenti di Ottorino Respighi, scandiscono il cammino che conduce il giovane al suicidio.
E’ una storia in cui la figura della morte assume il volto dell’amante, essa diviene seduzione, conquista e vittoria. E’ difficile poter valutare di chi sia il ruolo predominante dato che i due soli protagonisti in scena, la Morte e il Giovane sono in quest’opera due personalità forti: dall’apertura, quando il protagonista é sdraiato sul suo letto, fumando, perso nelle sue angosce, al momento in cui la Morte rappresentata da una fanciulla seducente appare in tutta legittimità, dato che vi accede direttamente dalla porta dell’appartamento del giovane pittore, per infine arrivare all’atto del suicidio.
E’ un crescendo di emozioni sino all’impiccagione. La Fanciulla/Morte entra sul palcoscenico in veste di amante : flash-back per il giovane che si lascia trasportare dalla sua seduzione pur lottando, fino a quando Lei stessa gli indica la fune che lo condannerà alla morte. Gli interpreti della serata, Ivan Vasiliev e Nicoletta Manni, neo prima ballerina del Teatro alla Scala. Il ballerino russo interpeta questo ruolo con tutte le nuances richieste : all’inizio appare soprattutto spaesato, le emozioni che trasmette sono quelle di un animo oramai lacerato. I suoi occhi e il suo sguardo lo testimoniano. Consapevole del suo destino e chiuso nel piccolo appartamento ove alloggia, manifesta la sua rabbia, la sua voglia di lottare battendosi contro il tavolo e le sedie che lo circondano. L’espressività di Vasiliev é esemplare in questi passaggi, il suo volto diviene lo specchio del suo stato d’animo.
Nicoletta Manni, da poco divenuta prima ballerina del teatro scaligero, incarna benissimo il suo ruolo, che negli ultimi anni era stato interpretato magistralmente da Maire Agnès Gillot dell’Opéra de Paris et Darcey Bussell e negli anni sessanta da Zizi Jeanmaire .
La ballerina scaligera dal fisico longilineo, ha saputo ricreare tutta l’intensità necessaria per rendere la drammaticità che quest’opera richiede. Seducente e implacabile nella sua interpretazione, impone la sua legge, una grande prova di maturità artistica per lei.
Il secondo balletto, Pink Floyd Ballet, é totalmente differente. Roland Petit sulle musiche dei Pink Floyd ha fatto coabitare il linguaggio della danza jazz e quello della classica senza alcuna dissonanza. Altro merito del coregrafo é quello di aver dimostrato come pirouettes, arabesques, développés, possano perfettamente accordarsi alla musica rock.
Il risultato é un grande balletto in cui la coralità del Corpo di Ballo della Scala emerge in tutta la sua forza. E’il caso dei passaggi sulle note di Money et di One of these days. E poi spazio ai solo, ai duo. E qui si distinguono Christian Fagetti e Federico Fresi, Emanuela Montanari in coppia con Mick Zeni in The Great Gig in the Sky, Virna Toppi con Marco Agostino in Echoes.
Grande energia e ritmo incalzante, una coreografia che stupisce a ogni passaggio, non si ha un attimo di respiro trascinati dalla danza e dalla musica dei Pink Floyd, un esempio senz’altro della grandezza di Roland Petit.
E’ duro chiudere il sipario su questo balletto : dopo i saluti ufficiali, i ballerini ricominciano a danzare come se ricominciassero il loro spettacolo, sotto gli applausi del pubblico scaligero che esita a lasciare le loro poltrone.