Le Souffle du Temps di Abou Lagraa
» Desidero creare un balletto sul respiro e sulla respirazione, su ciò che essi esprimono e sulla loro capacità di smuovere in noi le sfere più profonde. Tramite essi ciascuno di noi vede materializzarsi le sue emozioni, i suoi turbamenti più intimi qualsiasi essi siano: dolci nella calma o spamosdici nell’angoscia. La somma di queste respirazioni individuali è totalmente dal tipo di respiro e dagli effetti di quello collettivo, che interferisce sul singolo individuo. Un solista sarà il vento, colui che condurra il gruppo. Egli sarà il vento, tempesta, zefiro, aquilone per i suoi compagni che gli inspireranno giro dopo giro, equilibrio, calma, conforto, sensualità e amore. Gli altri ballerini che formano il gruppo rappresentano una sorta di coro greco, la coscienza collettiva ».
Con queste parole Abou Lagraa, giovane coreografo di origine magrebina, presenta Le Souffle du temps, creazione con la quale si presenta al pubblico parigino, invitato per la prima volta con una propria creazione all’Opéra di Parigi dalla direttrice del Corpo di Ballo Brigitte Lefèvre. Il pezzo è stato concepito per quindici danzatori , è suddiviso in tre parti, un assolo, un trio e un ensemble sulla musica Vortex Temporum di Gérard Grisey rispecchiando la triplice partizione presente anche nella partitura originale dato che anche qui ritroviamo tre dimensioni temporali: il tempo ordinario, corrispondente a quello del respiro umano; il tempo dilatato o usando una similitudine con il mondo animale, « delle balene »; il tempo ristretto « degli insetti » o « degli uccelli ». Il respiro è quindi il tema centrale di questa coreografia nelle sue varie sfaccettature. A partire, come abbiamo sottolineato, dal disegno strutturale musicale di Grisey in Vortex Temporum, Lagraa sviluppa il suo percorso creativo, accostando ad un tipo di respirazione calma, posata, tipica del mondo magrebina, quella più tipica della cultura occidentale, dal ritmo affannoso, spasmodico. Per comunicare e rendere ancor più visibile lo spirito del vento, Lagraa utilizza nel pezzo movimenti a spirale. Il respiro aiuta la danza , la trasmissione delle emozioni più sottili. E’ un pezzo molto importante per me perché di solito sono più terreno, è la prima volta che lavoro con l’aria. Sento di scoprire una nuova forza. Un ruolo particolare in questo lavoro lo riveste la figura femmnile, a cui è riservata la parte dell’assolo. La donna diventa simbolo della forza della vita, educa i figli ed è importante proprio questi motivi per lo sviluppo della vita sociale, sono in sintesi creatrici di vita. Proprio per questo ha scelto di far incarnare il vento e l’aria da una donna più vicina al principio vitale che l’uomo, creatura in cui si alternano tutti le fasi della respirazione: rilassamento, spasmo, soffocamento…. Vive sempre in bilico tra equilibrio e disequilibrio; sfida la natura, resiste al vento, elemento naturale che dobbiamo affrontare e che agisce su di noi. Proprio attraverso questo personaggio, il coreografo riesce ad ottenere una gestualità più organica, che rispecchia più da vicino l’universo delle pulsioni femminili. Gli uomini dal canto loro rimangono dei capisaldi che intervengono in caso di bisogno prestando il loro aiuto al momento utile, ma che dal canto loro si appoggiano alla donna, più forte e sensibile, nel caso in cui si sentono fragili. Dicevamo del rapporto con la musica: il coreografo ha lavorato prima di confrontarsi con Grisey, con i ritmi e l’energia pulsante della musica hip hop. E’ la prima volta che egli si misura con la musica contemporanea anche se già in precedenza si era cimentato con quella elettronica: sonorità spettrali, con cambiamenti frequenti e permanenti di atmosfera, spirali si alternanano a figure lineari che appaiono nei momenti di uniformità del suono, aprendo un orizzonte più vasto. La musica resta comunque un punto di partenza per elaborare in quest’opera un linguaggio gestuale proprio e originale, risultato di uno studio attento e di una sovrapposizione di diversi stili (dal jazz, all’hip hop, al classico), da cui hanno origine il ritmo della danza e dello spazio.