L »Abandon (Le Parc)
La parte finale di Le Parc puó costituire un balletto nel balletto. Le tenebre sono calate, i toni notturni fanno cadere definitivamente le barriere d’amore. Simbolo di questa fase conclusiva é il pas des deux L’Abandon ballato sull’Adagio del concerto per pianoforte e orchestra n. 23 K.488 di Mozart. La sua originalità è tale che potrebbe addirittura sembrare una creazione cinematografica dato che non è propriamente « ballato » come di solito s’intende, ma si sviluppa come una vera e propria scena tra due amanti di un film capaci di recitare con un forte impatto teatrale. I due giovani si osservano, studiano i contorni dei loro corpi, si desiderano, si prendono e si rifiutano prima con lo sguardo, poi toccandosi. Si ha l’impressione che si magnetizzino a vicenda.
E non a caso va rimarcato da un punto di vista coreografico proprio l’importanza dei movimenti e dei gesti delle mani, mezzi più immediati per entrare in contatto con i corpi. In questo pas des deux ciò che prevale non è tanto la danza così come la si intende normalmente, cioé come sequenza di passi composti da determinate posizioni eseguite secondo certi canoni e regole, ma piuttosto un gioco di corpi che si scoprono, si toccano, si accarezzano ma che soprattutto comunicano tra loro attraverso ogni piccolo gesto che è soprattutto uno sfiorarsi ora una parte del corpo ora un’altra.
E’ la mifestazione di un sottile gioco di seduzione, un rapporto amoroso vissuto all’inizio in maniera sofferta e dolorosa ma che via via cresce sempre più d’intensità ora sulle note del pianoforte ora su quelle dell’orchestra che compongono l’Adagio. La scena iniziale è tutta improntata sulla figura femminile che immobile sulla scena e seguendo ogni singola nota del pianoforte sfiora con una mano le parti più intime della sua femminilità quasi per richiamare e far rivivere al corpo il suo sentimento .
Tutta l’evoluzione successiva della loro unione si basa su un processo profondo di conoscenza dei rispettivi corpi. é la donna in questo caso – in tutta la sua candida delicatezza che le deriva anche dalla semplice camicia bianca con pizzi che indossa – a muovere le prime avances. Trovandosi di fronte al partner non fa che cercare di coinvolgerlo e trasmettergli le sue sensazioni attraverso tutta una serie di movimenti in crescendo. Gli solleva un braccio, lo fa girare intorno al suo corpo stesso tirandolo verso se stessa quasi volesse già stringerlo tra le sue braccia .
A questo punto il partner ne rimane coinvolto al punto da essere lui questa volta a continuare questa prima fase di conoscenza e scoperta. La fluidità dei suoi gesti, il suo disegnare nota per nota ogni parte del corpo della ballerina ora passandole la testa sotto un braccio ora accarezzandole la schiena, non si differenzia in nessun modo rispetto a come la protagonista aveva fatto poco prima. Tutto avviene veramente all’unisono: lui accarezzandola con il suo viso le disegna il suo corpo sino alla vita, l’unione si fa via via più grande fino a quando lei stessa si lancia tra le sue braccia annullando qualsiasi peso del suo corpo .
In coincidenza della prevalenza dei fiati dell’orchestra, i due amanti che sono finalmente liberi di vivere ed esprimere le proprie sensazioni si esibiscono in una vera e propria danza liberatoria e spontanea che ha anche momenti di completo abbandono come per esempio quando la protagonista si lascia andare distendosi per terra per poi essere rialzata e riabbracciata dal suo amante. Con la ripresa dell’assolo del pianoforte segue ancora una parte più intima e raccolta: ancora una volta è la donna ad essere protagonista ricercando ogni singola parte del corpo del partner e disegnandone i contorni con le mani e col viso. E’ il preludio alla parte centrale e più intensa di tutto il pas des deux. Il culmine di questo passaggio è un bacio (il più lungo della storia della danza contemporanea), che inizia delicatamente, proprio come si presenta all’udito la specifica nota del pianoforte su cui inizia, per svilupparsi poi in cielo attraverso una spirale di corpi: quale elemento più semplice, tradizionale e comune per sigillare un momento così emozionante!
Ma l’intensità di questo attimo Preljocaj la rende in maniera altrettanto magistrale, dato che sullo scoccare del bacio, la ballerina viene sollevata da terra dal partner che inizia a girare intorno a sé come avvolto in una spirale alimentata dal ritmo della melodia dell’orchestra fino alla ripresa del pianoforte, punto in cui egli la ripone per terra. Il partner si avvicina alla sua donna che si prosta all’indietro seduta sui talloni rivolgendo al compagno il suo addome. Lui la solleva e da qui i due si lasciano rotolare per terra spingendosi vicendevolmente: ogni loro giro scandisce perfettamente le ultime note del pianoforte di quest’adagio e il partner dopo aver compiuto l’ultima evoluzione per terra accompagnato dalle braccia della partner si alza, la prende in braccio e delicatamente, con passi silenziosi, scompaiono dietro le quinte .