La classicità russa di Raymonda
Dopo il successo della stagione precedente il Teatro alla Scala ripropone Raymonda, un balletto che puó essere considerato un vero colossal del mondo della danza, riproposto ora nella versione originale del 1898 con la coreografia di Marius Petipa. Scene fastose, molte variazioni per l’interprete protagonista Olesia Novikova e grande ricchezza di danza sono gli elementi forti di questo balletto.
Il lavoro di ricostruzione storica di Sergej Vikharev fa rivivere l’immensa portata di quest’opera che fu creata quando Marius Petipa era già ottantenne e che segna il passaggio alla modernità per la sua struttura meno narrativa rispetto ad altri balletti dell’epoca .
La musica di Glazunov é brillante. E dire che i due artisti, Petipa e Glazunov, non erano all’epoca d’accordo sulla struttura della partizione musicale. Il musicista era ai suoi esordi, aveva trentadue anni e non aveva una grossa esperienza di musica per balletto, Chaikosvky era appena morto. Si sentiva libero di esprimere la sua musica senza limiti. La frase musicale di 32 battute che Petipa gli imponeva gli stava stretta. Tuttavia dopo alcune modifiche studiate con il coreografo stesso, si giunse alla composizione attuale che s’integra perfettamente alla coreografia e che lascia ampio spazio per le danze folcloristiche che arricchiscono il balletto.
Olesia Novikova é superba per la sua grazia e la qualità dei suoi movimenti che si possono apprezzare nelle numerose variazioni che la coreografia prevede. Ogni suo gesto é etereo e dotato di pregnanza significativa. Attorno a lei i primi ballerini, il Corpo di ballo del Teatro alla Scala e gli allievi della Scuola di Ballo Accademia del Teatro alla Scala.
La prima solista del Mariinsky-Kirov é un perla nella scenografia fastosa ricreata da Elena Kinskulkaya e Boris Kaminsky sulle scene originali del 1898 di Orest Allegri, Petr Lambin e Konstantin Ivanov. La ballerina é interprete a meraviglia della classicità che si é voluta riportare in scena con questa ricostruzione storica. Ma anche gli altri artisti in scena del Teatro alla Scala rendono questo spettacolo all’altezza delle aspettative.
Esordiente come solista, ma per la prima volta anche nel ruolo di Raymonda, Virna Toppi, diciannovenne del Corpo di Ballo che ha dimostrato già una maturità scenica abbastanza sicura per continuare la sua ascesa nel teatro scaligero. Al di là del ruolo principale, la si é potuta notare nel passo a due del » sogno » del primo atto con Antonella Albano.
Ricca di energia ed esuberante Stefania Ballone nella danza saracena come non fanno sorpresa, i già accreditati primi ballerini Mick Zeni e Antonino Sutera, nei ruoli rispettivamente di Abderhaman, il cavaliere saraceno e di Bernard de Ventodour.
Oltre alla giovane Virna Toppi, un’altra promessa per il Teatro alla Scala, Claudio Coviello, ventenne, nel ruolo di Béranger : fisico longilineo, agile per i movimenti di gambe e con linee allungate.
I costumi ricreati da Irene Monti sugli storici di Elena Kinskulkaya e Boris Kaminsky sono molto belli e completano la riuscita dello spettacolo.
Milano, Teatro alla Scala, 11 Ottobre 2012