Il Pipistrello vola sulla Scala
Il Pipistrello di Roland Petit vola sulla Scala…e il pubblico apprezza molto… ne ha tutte le ragioni.
Infatti questo balletto colpisce e affascina per diversi motivi.
Primo fra tutti perché racconta una storia molto semplice, colorandola però con momenti di frivolezza, humor, seduzione sottile, pathos, facendone un mélange di emozioni che coinvolge dall’inizio alla fine. Inoltre, la musica di Johann Strauss figlio, esuberante, piena di ritmo e gioiosa nei suoi ritmi di valzer è senz’altro trascinante e costituisce un ingrediente da non sottovalutare nell’impatto scenico dello spettacolo.
Il disegno coreografico che Roland Petit crea per il suo Pipistrello rappresentato per la prima volta nel 1979 con una Zizi Jeanmarie che in scena portava le sue doti da soubrette e di seduttrice come lo era stata in Carmen, non presenta difficoltà tecniche alla pari di un Lago dei Cigni o di un Don Chisciotte, ma la sua validità la ritrova nell’eleganza, nella sobrietà delle linee soprattutto nel pas de deux del secondo atto, nelle sequenze di retirés, pas de bourrée, échappés, entrechats, elementi tecnici questi, che appaiono comunque sempre preceduti o seguiti da momenti in cui l’espressività degli interpreti è richiesta al massimo.
Infatti la storia che ha una struttura ben calibrata nel suo insieme, trae la sua fisionomia e si caratterizza proprio attraverso quelle scene in cui ora Bella, la protagonista principale, ora Johann suo marito, ora Ulrich, l’amico di famiglia, sono chiamati in un certo senso a recitare piuttosto che danzare. E’ il caso di Bella, sia quando veste i panni di padrona di casa e controlla i risultati del lavoro delle sue cameriere; di Johann, suo marito, quando si esibiscce nei panni di seduttore nelle sale da ballo notturne; di Ulrich, nei suoi assoli quasi da macchiettista, (questo personaggio prelude alla coreografia creata da Roland Petit per Charlie Chaplin qualche anno dopo de Il Pipistrello). E veniamo ora a quest’edizione 2006, con cui il Teatro alla Scala ha ripreso gli spettacoli dopo la pausa estiva e conclude la stagione di balletto 2005/2006. Una bella prova sia dei protagonisti principali che del Corpo di Ballo, che si è mostrato già in gran forma e ha saputo infondere e ballare con un agrande energia gli ensembles a lui riservati. La coppia Alessandra Ferri e Robert Tewsley che già aveva ballato Il Pipistrello a Tokyo nel 2006, ha confermato la sua maturità artistica: Alessandra Ferri, signora del palcoscenico, ha giocato con il suo ruolo, forse proprio lei così brava nei pezzi dove è richiesta uan maggiore capacità interpretativa poteva addirittura osare di più, soprattutto nel pas de deux o nei giochi di seduzione; Robert Tewsley, invece, è apparso proprio spumeggiante, con una grande carica e nei suoi assoli la linea perfetta delle sue braccia allineate sembrava proprio quella dell’apertura delle ali di un vero e proprio pipistrello. Proprio lui che già alla Scala aveva ballato in Cenerentola, cor. di Nureyevenel Dido and Aenas di Purcellcon le coreografie di Wayne McGregor si è imposto con la sua vivacità, la rapidità delle sue gambe, la sua leggerezza nel rendere intensi e incisive le sue parti soliste.
Una sorpresa positiva viene dall’altra coppia formata da Gilda Gelati e Mick Zeni, che costituisce l’altro cast principale di questa rappresentazione. Infatti la prima ballerina appare ormai matura e capace di infondere in modo chiao la sua impronta personale nei ruoli che interpreta. In fondo una conferma di ciò che si era visto in Serata Mozart il giugno scorso sia in Jeunehomme ancora in coppia con Zeni ed anche in Sechs Tanze ove aveva saputo giocare con l’ironia di Kylian. Brava, proprio perché è apparsa sicura, molto naturale e spontanea negli atteggiamenti e ha saputo tenere bene la scena al pari di una Ferri quando la coreografia lo imponeva. Perfetta l’intesa con il partner, un giovane sobrio ed elegante nelle linee, che ben si è fatto valere al pari del suo collega anglosassone. Una sola piccola indecisione l’ha avuta nella serata in cui ballava come solista nella ciarda del secondo atto e non some interprete principale, al termine di un tour en l’air che terminava in ginocchio. Un gran sorriso ha coperto tutto, facendo dimenticare il piccolo disequilibrio.
Bene anche anche i due Ulrich, rispettivamente Vittorio D’Amato con il primo cast e Alessandro Grillo.
Una buona ripresa quindi questa per il balletto scaligero che lascia ben presagire per la prossima tournée in Cina e l’inizio della nuova stagione 2006/2007, ricca dei classicissimi Schiaccianoci, La Bella Addormentata nel Bosco e Don Chisciotte, ma con le due nuove perle che entraranno in repertorio, La Dame aux Camélias, cor. di John Neumaier e Le Parc di Angelin Preljocaj a fianco dell’ormai consolidato Sogno di una notte di mezza estate di George Balanchine.