Bella Figura
Un viaggio nel tempo e nello spazio, giocando con l’ambiguità qualità estetica della rappresentazione. Come è possibile ritrovare la bellezza in una smorfia, o in una contorsione fisica? Dove comincia la rappresentazione e dove finisce? Con l’apertura e la chiusura del sipario? Questi alcuni interrogativi su cui è improntata e si sviluppa Bella Figura, balletto composto da Kylian nel 1995 per il NDT1, presentato per la prima volta dalla compagnia olandese all’Opéra Garnier di Parigi nel 1997 ed entrato a far parte del repertorio dell’Opéra National de Paris nel marzo del 2001. Le caratteristiche di essenzialità e pulizia delle linee dello stile di Kylian emergono in maniera molto chiara ed evidente; tutto è giocato su toni chiari misti a scuri, l’atmosfera di sogno è sempre pronta a cedere di fronte al senso di realtà. Bella Figura è un viaggio quindi al confine tra mondo onirico e reale, tra finzione e realtà, verso un mondo in cui la sensualità della danza conferma il suo valore di apparenza e nello stesso tempo di fragilità. Infatti uno dei temi principali è proprio la vulnerabilità, una qualità che i danzatori in scena sanno incarnare e far sentire. Le musiche scelte per questo balletto sono tratte dal repertorio del XVII e XVIII sec.: un tipo di musica capace di trascinare lo spettatore in una dimensione con orizzonti lontani dalla realtà proprio come si propone la coreografia. I compositori prescelti sono: Antonio Vivaldi con l’Adagio estratto dal concerto per due mandolini e violini, RV 532; Giovan Battista Pergolesi con l’ouverture Quando Corpus estratto dallo Stabat Mater; Alessandro Marcello con l’Adagio estratto dal Concerto per fiati e violini in re min.; Giuseppe Torelli con l’estratto dal Concerto Grosso, op. 8 n. 6. Il quinto pezzo musicale del balletto è invece di un musicista contemporaneo Lukas Foss, che però si è ispirato al musicista italiano Salomon Rossi di inizio epoca barocca, e in particolare al brano Canti di Salomone. I costumi e le scenografie sono di Kylian stssso.