Il vento dell »est sulla Bayadère
Il vento dell’est è proprio passato su Milano, soffiando sul Teatro alla Scala e dirigendo la sua ventata sulla Bayadère nell’allestimento di Natalia Makarova rappresentata nel teatro milanese.
Guest artists di questo balletto sono stati Leonid Sarafanov, del Teatro Kirov e Svetlana Zakharova, stella del Teatro Bolscioi affiancata nelle recite che l’hanno vista protagonista nel ruolo di Nikiya dal suo connazionale ucraino e dall’étoile scaligero Roberto Bolle.
Rispetto all’altra celebre versione di questo balletto, quella di Nureyev, questa appare senz’altro meno ricca da un punto di vista dello stile coroegrafico e più dilatata da un punto di vista della struttura narrativa e temporale. Infatti lo ricordiamo, la Bayadère della Makarova prevede un quarto atto, completamente dedicato alla celebrazione dell’unione di Gamzatti e Solor, interrotta dall’avverarsi della maledizione di Nikiya che si abbatte distruggendolo, sul tempio dove erano in corso le nozze.
La coreografa ha voluto cercare di recuperare il disegno originale del balletto che in una delle sue prime versioni si concludeva proprio con l’interruzione del matrimonio.
Se da un lato concludere il balletto in questa maniera può effettivamente costituire per l’intera vicenda una conclusione più definita, dall’altro però non si può negare che lo stacco con l’atto precedente, quello famoso delle « ombre », è rilevante, tenendo conto anche della durata, breve, e del contenuto coreografico che questa conclusione prevede.
I protagonisti dal canto loro sono stati del tutto degni del loro livello professionale, mettendo in scena ciascuno di essi le loro migliori qualità artistiche.
Svetlana Zakharova ha letteralmente affascinato e conquistato il pubblico: grande personalità e tenuta di scena; perfezione tecnica accompagnata da doti espressive singolari che possono anche far riflettere su quelle che potranno essere le linee di evoluzione dello stile classico. L’étoile del Bolscioi, non ha solo danzato nel ruolo di Nikiya: è apparsa calata perfettamente nel ruolo di sacerdotessa, come figura sacrale, così come ha sfoderato tutta la sua femminilità e i suoi sentimenti più umani di gelosia e di amore nella scena del litigio con Gamzatti che cercava di convincerla per cederle l’amore di Solor. Nell’atto delle Ombre, ove si assiste da un punto di vista dell’immagine all’apoteosi della raffigurazione del balletto classico, dolcezza accompagnata da note sofferte, hanno accompagnato l’interpretazione della Zakharova.
Nel ruolo di Gamzatti la giovane Isabelle Brusson con buone basi tecniche si è trovata ad interpretare forse un ruolo che probabilmente danzerà alla perfezione tra qualche anno. Da non sottovalutare il fatto che per la danzatrice scaligera facente parte del Corpo di Ballo si trattava forse della prima grande interpretazione come solista, quindi da apprezzare senz’altro il risultato anche se dalla sua parte mancano ancora quella sufficiente maturità artistica che potrà acquisire danzando in futuro parti sempre più impegnative ma soprattutto da protagonista.
Per Roberto Bolle, l’ennesima conferma della sua padronanza nell’interpretare i ruoli del grande repertorio classico e tra l’altro con un’ottima intesa con la sua partner.
Una sopresa invece l’interpretazione del giovane Leonid Sarafanov capace di offrire una performance sicura e incisiva e dimostrando di aver raggiunto già un ottimo grado di maturità artistica.