Le Projet Rodin
Potremmo interrogarci sul significato di questa nuova creazione di Russel Maliphant, Le Projet Rodin.
Ci sembra che il titolo sia ambizioso cosí come anche l’obiettivo del coreografo.
Russel Maliphant sceglie il soggetto ispirandosi ai disegni e alle sculture di Rodin, opere che aveva già scoperto all’età di 25 anni e che oggi divengono la sua fonte d’ispirazione.
Per il coreografo » le sculture di Rodin sono pervase da una componente fisica che pervade la forma verso la quale é attirato personalmente e professionalmente « .
Sulla base di quest’affermazione, lo stile scultureo del coreografo, già ammirato nella maggior parte dei suoi balletti, poteva far pensare che il risultato di questo nuovo progetto sarebbe stato all’altezza dei suoi precedenti.
Nonostante le sue intenzioni, il pubblico puó essere deluso da questo spettacolo che non soddisfa né il progetto di Maliphant né fa emergere lo spirito di Rodin.
Infatti non si ritrovano né la forza e l’eleganza della scultura dell’artista francese né l’estetica abituale del coreografo canadese che tralaltro per questo nuovo balletto si é orientato verso l’hip hop, le popping e la capoeira. E’ forse quest’apertura verso nuovi linguaggi la causa del mancato successo di questo spettacolo ?
Si puó immaginare che l’incontro con questi altri stili di danza possa essere stato uno dei motivi, ma non il solo.
Il coreografo struttura lo spettacolo in due parti, la prima dedicata ai disegni di Rodin, la seconda alle sue sculture.
In entrambi i casi, la riflessione di Maliphant sull’arte di Rodin produce un linguaggio coreografico piuttosto debole, senza dei veri momenti di forza e energia.
La concezione, soprattutto della prima parte, si rivela priva di ricerca in particolar modo per ció che riguarda la forma.
Solamente un quadro della prima parte attira la nostra attenzione : é ballato da quattro danzatori che intersecano i loro corpi come materia vivente, pronta a rivelarsi in tutta la sua plasticità. Degne di nota le luci di Michael Hulls che aveva già collaborato con il coreografo in occasione di altri balletti come il celebre Push, con Sylvie Guillem.