Out of Context – For Pina
Nella sua ultima creazione Out of Context-For Pina, Alain Platel riserva un ruolo predominane alla danza e al linguaggio instintivo del corpo. Dal punto di vista musicale il coreografo abbandona ogni sorta di riferimento al patrimonio classico come era avvenuto in VSPRS (Vespri di Monteverdi) o in Pitié (Passione secondo Matteo di J.S.Bach).
I nove danzatori della compagnia Les Ballet B de la C. sono i soli protagonisti : arrivano sul palcoscenico uno alla volta e si svestono. Si ricoprono poi con delle coperte rosa e grazie alla loro danza riescono a rappresentare e rendere vivente un universo che nasce dalla loro interiorità.
Il primo momento d’ensemble é senz’altro degno di nota : il gruppo si muove all’unisono in una successione di ports de bras e di articolazioni di mani capaci di tramettere una forte emozione. I ritmi sono sincronizzati e s’integrano perfettamente con il lavoro d’improvvisazione che ha costituito il punto di partenza di quest’opera. Tuttavia non mancano alcuni degli elementi classici del linguaggio coreografico di Platel che s’ispirano alla gestualità dei malati isterici.
Tutto é caratterizzato da una forte intensità : nemmeno la scelta di alcuni dei maggiori successi degli anni 80, normalmente appartenenti alla musica leggera impedisce di conservare il grado di profondità di cui la creazione é caratterizzata. I danzatori si alternano nella loro interpretazione, valorizzandole grazie alla loro danza.
Il riferimento a Pina Bausch diviene esplicito quando un interprete vestito con una sottoveste bianca – che richiama i costumi di Café Muller – appare solo sul palcoscenico per cantare My way. Si tratta di un vero momento d’emozione. Gli altri danzatori restano immobili, il pubblico é incantato e commosso.
L’opera termina sulle musiche del celebre pezzo di Prince Nothing compare 2U : i danzatori si rivestono e escono di scena. Un elogio particolare va dato a Platel e ai suoi interpreti che manifestano tutta la loro maturità artistica e si dimostrano capaci di esprimere e rappresentare l’estetica del coreografo fiammingo.