Racheter la mort de gestes-Chroniques chorégraphiques 1
Jean Claude Gallotta trae il titolo della sua ultima creazione da un articolo pubblicato sul quotidiano Le Monde del 1984. Il testo é letterario e valorizza il lavoro del » coreografo « , persona capace di ricreare e trasformare in immagini artistiche i gesti umani quotidiani.
Questa frase rappresenta l’emblema e il messaggio del testo d’Henry Guibert che all’epoca della scrittura del suo articolo aveva seguito il lavoro coreografico di Gallotta al Centro coreografico di Grenoble.
Oggi, il suo direttore s’inspira a questo articolo per la sua nuova creazione composta da ventiquattro sequenze coreografiche identificate dalle lettere dell’alfabeto, da A a X.
Si tratta infatti di un puzzle di differenti scene danzate e di estratti video-(per esempio Lawrence d’Arabie di David Lean, Le Fleuve di Jean Renoir, 13 jours en France di Claude Lelouch)-che si succedono sul palcoscenico e che, malgrado la loro diversità di stili, creano un’opera omogenea.
I danzatori sono di tutte le età : a fianco dei danzatori professionali, persone comuni che raccontano con i loro propri movimenti e le loro capacità teatrali, episodi che possono appartenere alle loro vite. Una gestualità semplice ma ben eseguita da questi artisti » improvvisati « .
E’ quindi uno spettacolo che valorizza la varietà degli esseri umani, anche con i loro handicaps. Non é a caso infatti che fra i protagonisti troviamo anche due persone in sedia a rotelle che seguono, al ritmo della canzone Quand j’étais chanteur di Michel Delpech, la coreografia composta solo da movimenti del busto.
La musica é anche un elemento importante del balletto. Come Henry Guilbert aveva ben sottolineato nel suo articolo, Gallotta » part du silence et demande ensuite à la musique, accessoirement ou crucialement, d’être la partenaire du corps « . E nel finale, la canzone di Alain Bashung, Résidents de la République, ne é una conferma.
Il passo a due della sequenza P, danzata dall’italiano Gaetano Accaro e dalla sudamericana Ximena Figuerosa, é degno di attenzione. La loro danza sensuale, rappresenta un unione perfetta tra la salsa e la danza contemporanea, esempio della possibilità d’integrazione di differenti stili di culture.
In sintesi, questo balletto é emozionante, attira il pubblico per la sua semplicità e la sua leggerezza. Queste chroniques chorégraphiques ci appartengono ; rappresentano la vita di noi tutti e Gallotta ha saputo rendere su scena, con il suo occhio attento verso la società la vita e i sentimenti di tutti noi.
Al contrario di molti spettacoli di danza contemporanea che oggi restano completamente astratti e al di fuori della realtà, questo di Gallotta rappresenta senza dubbio un esempio di come la danza possa ancora illustrare la vita umana sotto i suoi differenti aspetti, come ci ha insegnato Pina Bausch.
Parigi, Théâtre de la Ville, 31 Ottobre 2012