Raymonda
Dopo più di vent’anni di assenza dal palcoscenico dell’Opéra di Parigi, Raymonda ricalca le scene dell’Opéra di Parigi. Questo balletto appartiene senz’altro alla categoria dei grandi del repertorio classico e puó essere considerato senza ombra di dubbio una vera gourmandise per gli amanti del balletto classico. Infatti il loro palato puó deliziarsi dall’inizio alla fine grazie alla presenza di virtuosismi, pas de deux ricchi di tutti i passi di danza principali che costituiscono il dizionario del balletto classico.
La versione in scena sulle scene parigine é quella di Nureyev che aprí la stagione 1983-84, la prima in cui l’artista russo fu direttore della danza nel celebre teatro francese. Ma questa coreografia riveste anche un ruolo importante perché fu la sua prima creazione in Europa dopo aver lasciato il suo paese d’origine, l’Unione Sovietica.
Infatti una prima Raymonda firmata Nureyev é datata 1964 e venne rappresentata al Festival di Spoleto in Italia.
Abbiamo sottolineato l’appartenenza alla tradizione del grande balletto classico dato che la coreografia originale di Marius Petipa risale al 1898 e segue i celebri Lago dei Cigni, La Bella addormentata e lo Schiaccianoci.
Il lavoro di Nureyev é orientato a rispettare la tradizione ma da anche importanza a momenti- come quello del sogno nel primo atto che hanno un risvolto psicologico e presenti anche in altre versioni – simbolo della lotta del Bene contro il Male per la maggior parte della critica,. Non é che per caso ció che normalmente viene visto come lotta tra Bene e Male voleva significare per il coreografo dare sfogo al suo desiderio di manifestare un certo anelito alla libertà, verso uno stato di libertà che nel suo paese glie ra stato negato ?
In ogni caso, la domanda resta aperta e senza dubbio la coreografia, sebbene possa apparire lunga tiene il fiato degli spettatori sospeso. Bisogna andare al di là della semplice storia che racconta la vicenda amorosa di Raymonda, giovane che vive in un castello medievale in Provenza e che aspetta il ritorno del suo amato Jeanne mentre il saraceno Abderadame (protagonista del sogno) cerca di sedurla.
Infatti il balletto offre momenti di danza impeccabile, scene suntuose e anche la musica di Glazounov che prese il posto di Cajkosvky dopo la sua morte al Teatro Marinski, si adegua bene allo spirito del balletto.
Non mancano scene di danze folkloristiche, presenti in quasi tutte le versioni classiche di Nureyev. Ma anche queste sono in giusta misura e non rompono l’equilibrio dell’intero spettacolo.
In scena come protagonisti nei ruoli di Raymonda e Jeanne de Brienne Marie-Agnès Gillot e José Martinez, la prima mostra una tecnica perfetta e il secondo appare amante perfetto, gentile come nello spirito cortese dell’epoca.
Il ruolo di Abderadame é affidato a Nicolas LeRiche, forse il più rappresentativo del cast. Interpretazione eccellente, si rimane ancora una volta a occhi aperti nel vederlo danzare, soprattutto in un ruolo come questo che sembra essergli congeniale.
Una nota di merito anche per l’étoiles Dorothéé Gilbert e Emile Cozette nei ruoli di Henriette e Clémence, amiche di Raymonda.
L’Opéra di Parigi non poteva senz’altro scegliere balletto migliore per chiudere il 2008, che vede anche in cartellone un Omaggio a Béjart, che si presenta ricco di aspettative e successo.
Parigi, Opéra Garnier 10 dicembre 2008