Un Air de Folies

Galanteria e gestualità raffinata degni della corte del Re Sole sono gli ingredienti di un Air de Folies di Béatrice Massine. La coreografa propone uno spettacolo in cui si ritrovano in gioco cinque danzatori, un baritono e due musicisti. L’atmosfera, riscaldata dalla luce intima e soffusa di candelabri illuminati con bianche candele, é animata dalla danza che richiama la più tipica tradizione barocca : gesti contenuti, calibrati,  » graziosi  » ma mai pronti a perdere le caratteristiche di un’eleganza fine e sottile.

Le musiche accompagnano i movimenti fluidi e omogenei dei danzatori che si muovono all’unisono perfettamente : nessuna sbavatura é a loro permessa, tutto é rigorosamente controllato ma tutto ció non toglie alla coreografia la leggerezza con la quale é stata concepita.

Arie di corte di Guédron, Bataille, Boesset e Lambert senza dimenticare le Folies d’Espagne di Marin Marais costituiscono il tessuto musicale, completato dalla voce del baritono Philippe Cantor.

Il risultato di quest’opera é senz’altro positivo : i protagonisti riescono a far assaporare e ricreare l’aria di corte del XVIII sec., sebbene i costumi sono allegeriti, lasciando spazio a pantaloni ampi.

La danza é bien codificata : si ritrovano quinte perfette e alcuni dei passi che entreranno a far parte del vocabolario classico più consolidato come le sequenze di frappé, port de bras e sospensioni in mezza punta.

Ma Béatrice Massine non é nuova a questo tipo di rielaborazioni : ricordiamo infatti che già nel 1987 con la sua compagnia giustamente denominata Fêtes Galantes aveva ripreso una tragedia lirica di Lully, Atys, cimentandosi per la prima volta con la danza e l’estetica barocca.

Vent’anni più tardi altro successo con Que ma joie demeure, una coreografia che diventerà protagonista di una lunga tournée.

Un Air de Folies, sua nuova creazione, non é quindi che una conferma positiva dell’attitudine della coreografa di calarsi e di interpretare secondo la sua sensibilità un’epoca che ha costituito i fondamenti del linguaggio classico della danza.

Parigi, Théâtre Chaillot, 31 gennaio 2009

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